Con cybersecurity si intende la protezione dagli attacchi digitali, ed anche in questo campo ormai l’argomento più caldo è l’intelligenza artificiale (AI).
Lo rivela Trend Micro nel suo ultimo “predictions report” annuale per il 2024.
Cybersecurity: il problema dell’intelligenza artificiale (AI)
I rischi, come al solito, sono molti e di diverse tipologie, ma uno dei focus su cui si concentra il report è la cosiddetta intelligenza artificiale generativa (GenAI). In particolare dal punto di vista della cybersecurity l’AI generativa aumenterà il livello e l’efficacia delle esche di ingegneria sociale prodotte dai truffatori per cercare di adescare potenziali vittime. A ciò si aggiungono altre tecniche che sfruttano l’intelligenza artificiale come lo spear phishing, l’harpoon whaling ed i rapimenti virtuali, che comunque sono solo la punta dell’iceberg del ruolo che l’AI generativa può giocare all’interno degli schemi criminali informatici.
I problemi legati alla blockchain
Oltre all’AI, altri problemi potrebbero arrivare anche dalle blockchain private. Il report sostiene che la blockchain fungerà da nuovo terreno di caccia per i truffatori, in particolare le blockchain private a cui sempre più aziende si rivolgono per ridurre i costi. Infatti, le blockchain private generalmente devono affrontare meno stress-test, e non arrivano ad avere lo stesso livello di resilienza rispetto alle blockchain pubbliche decentralizzate e permissionless. Queste ultime infatti affrontano attacchi costanti, e nel corso del tempo affrontano e superano di fatto così tanti stress-test da risultare alla fine sicure. I criminali informatici invece probabilmente preferiranno quelle private meno sicure.
L’intelligenza artificiale (AI) e le truffe: cybersecurity in pericolo
In ambito crypto probabilmente il problema principale non saranno gli attacchi informatici puri, che ci sono sempre stati e sempre ci saranno e che però attaccano soprattutto i sistemi più vulnerabili. Il problema principale potrebbero essere le truffe, ed i truffatori potrebbero potenziare enormemente le loro tecniche di ingegneria sociale grazie alla GenAI.
Il punto chiave, da molti tuttavia ancora ampiamente sottovalutato, non è quello di riconoscere se un contenuto digitale sia autentico o meno, ma di verificare quale sia stata la fonte primaria ad averlo pubblicato e distribuito per primo online.