Si attendeva con curiosità lo smontaggio di Apple Vision Pro da parte di iFixit, ovvero il punto di riferimento per l’analisi della riparabilità dei dispositivi elettronici. Il responso finale era quello preventivato: il visore di realtà mista è un mirabile esempio di ingegneria, con componenti di prima qualità, tuttavia risulta molto complicato da aprire e, dunque, da sistemare nel caso in cui qualcosa smetta di funzionare correttamente o in caso di danno.
Nella disamina di iFixit si può scoprire come in realtà due componenti molto importanti di Vision Pro risultino accessibili senza troppa fatica ovvero gli altoparlanti e, soprattutto, la batteria. Il tallone d’Achille del gadget è anche la sua feature più discussa come EyeSight, il display frontale che mostra gli occhi dell’utente richiede numerosi connettori e pezzi dedicati (quindi una più probabile percentuale di eventuali malfunzionamenti) e può rompersi facilmente in caso di caduta, vista la superficie esposta. iFixit fa notare come si possa danneggiare il vetro anche durante lo smontaggio stesso, visto che è saldamente incollato alla cornice. Addentrandosi sotto la superficie si scopre l’hardware: con il chip M2 composto da cpu a 8 core e gpu a 10 core, accompagnato da una memoria unificata da 16 GB e chip neurale a 16 core, fino a 1 TB di spazio di archiviazione e il chip R1 che si dedica a tutte le videocamere, microfoni e sensori, insomma una sorta di MacBook indossabile. La capacità della batteria risulta circa il triplo di quella di un iPhone standard, mentre è sorprendente (in negativo) la scelta di usare una sorta di porta lightning extralarge per la connessione cablata del visore all’alimentazione invece che una soluzione universale usb type-c.
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