Ivrea, 50 km a Nord-Est di Torino, è famosa in tutto il mondo per la sua capacità di innovare e per l’attitudine alla ricerca e alla sperimentazione tecnologica e sociale.

Il mito nasce e si concretizza tra il 1932 e il 1960, quando il visionario imprenditore Adriano Olivetti prende il controllo della omonima società di macchine per scrivere fondata nel 1908 dal padre Camillo e la trasforma in un leader mondiale dell’elettronica.

Oggi Ivrea è patrimonio dell’Unesco che ha riconosciuto nel complesso di edifici destinati alla produzione e ai servizi sociali e residenziali per i dipendenti della stessa Olivetti “l’espressione materiale, straordinariamente efficace, di una visione moderna dei rapporti produttivi e un modello di città industriale”.

In questo ambiente così fertile in cui l’arte, l’architettura e il design si fondono con l’industria è nato, nel 2005, il progetto ‘Arduino’, la rivoluzione open source destinata a cambiare il modo in cui il mondo intero può interagire con la tecnologia. Arduino è una piattaforma hardware per la prototipazione elettronica, la cui flessibilità e semplicità d’uso hanno contribuito a garantirle un successo planetario. Tutti i codici sorgente e le specifiche hardware sono liberamente accessibili e modificabili, permettendo a migliaia di persone di contribuire allo sviluppo del progetto che fu sviluppato come strumento per la prototipazione rapida presso l’Interaction design institute di Ivrea su iniziativa di Massimo Banzi, docente dell’istituto, di David Cuartielles, David Mellis, Tom Igoe e Gianluca Martino. Oggi, Arduino è diventato un punto di riferimento per l’Internet delle Cose (IoT).

La storia imprenditoriale di Arduino è stata segnata da una controversia legale riguardante la registrazione del marchio, che ha visto contrapposti tra loro i fondatori e la nascita di due diverse società che avevano il medesimo modello di business volendo sfruttare i diritti sul marchio, mentre la produzione e la commercializzazione potevano avvenire anche tramite aziende esterne, dalle quali avrebbero ottenuto delle royalty.

Nel 2017, i due Gruppi hanno raggiunto un accordo che ha posto fine alla disputa iniziata nel 2008: Bcmi – fondata Banzi, Cuartielles, Mellis e Igoe – ha acquisito il 100% della Arduino AG, società con sede in Svizzera che ora possiede tutti i diritti sul marchio. In seguito all’acquisizione, Massimo Banzi è tornato a essere il chairman e Cto di Arduino, mentre il ruolo di Ceo è stato affidato a Fabio Violante. La storia della controversia sul marchio ha dimostrato l’importanza di una corretta gestione legale e di una chiara definizione anche dei diritti di proprietà intellettuale per evitare conflitti futuri, sia interni che esterni.

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