Questa creazione combina cellule provenienti da embrioni diversi, e l’approccio potrebbe aiutarci a comprendere meglio le malattie neurodegenerative negli esseri umani. Un gruppo di scienziati di Shanghai, in Cina, ha fatto nascere per la prima volta una scimmia chimera con il 67% delle cellule provenienti da un altro individuo. Il risultato rappresenta un importante passo avanti rispetto ai precedenti esperimenti chimerici nelle scimmie, in cui il materiale proveniente da un altro esemplare arrivava fino al 4,5%. Lo studio, pubblicato sulla rivista Cells, suggerisce che il chimerismo porterà benefici alla ricerca medica e potrebbe essere d’aiuto per la conservazione delle specie in pericolo. In particolare, in futuro le creature chimeriche potrebbero essere utilizzate per lo sviluppo di organi umani in altre specie e per lo studio delle malattie umane.
Che cos’è una scimmia chimera?
Nel contesto genetico, una chimera è un organismo che contiene cellule che hanno materiale genetico di due o più individui diversi. Di solito, in un organismo tutte le cellule hanno le stesse informazioni genetiche perché provengono dallo stesso embrione. In una chimera, invece, la fusione di due embrioni o l’incorporazione di cellule esterne all’embrione produce una miscela di tessuti con informazioni genetiche diverse. Gli scienziati cinesi sono riusciti a combinare le cellule staminali embrionali di due macachi cinomolgo (Macaca fascicularis) inserendo le cellule di un esemplare nel proto-embrione dell’altro. L’équipe ha aggiunto alle staminali iniettate una proteina verde fluorescente in modo da poter vedere nel dettaglio quali tessuti fossero un prodotto chimerico. Le cellule pluripotenti (che hanno cioè la capacità di svilupparsi in qualsiasi tipo di cellula) sono state introdotte in una morula, lo stadio primario di un embrione. Utilizzando un protocollo di coltura ottimizzato, la morula con le cellule esterne è stata convertita in una blastocisti e quindi in una gastrula chimerica. Successivamente, è stata avviata la comune procedura di gestazione dalla quale è nata la scimmia chimerica. Le proteine fluorescenti sono apparse negli occhi e su parte delle dita, confermando il chimerismo anche a livello visivo.
Questo sforzo ha richiesto la coltivazione di nove linee di cellule staminali e l’inseminazione di 206 scimmie. Dodici di loro sono rimaste incinte, producendo solo sei esemplari vivi. Di questi, un maschio si è rivelato sostanzialmente chimerico. Alcuni tessuti del cervello, del cuore, del fegato, dei reni e del tratto gastrointestinale sono nati a partire dalle cellule staminali pluripotenti esterne. Il team ha scoperto che, in media, il 67% delle cellule dei 26 tessuti analizzati, compresi cervello, polmoni e cuore, discendeva dalle staminali del donatore. Il livello più alto di chimerismo è stato osservato nella ghiandola surrenale, dove il 92% delle cellule totali discendeva dal donatore.
Grazie al pigmento fluorescente, i ricercatori in Cina hanno individuato i geni esterni anche nelle gonadi della scimmia. Questo indica che se avesse continuato a svilupparsi, la scimmia avrebbe potuto trasmettere informazioni genetiche chimeriche attraverso il suo sperma.
L’esemplare è stato soppresso a 10 giorni dalla nascita a causa di ipotermia e malattie respiratorie, sollevando questioni di natura etica e a dimostrazione del fatto che la tecnica deve essere migliorata per ottenere una migliore compatibilità dei materiali genetici .