Un nuovo approccio riesce a privare le cellule tumorali dell’energia di cui hanno bisogno per crescere e sopravvivere
Contro il tumore al pancreas arriva un nuovo alleato. O meglio una molecola che lo inganna: questa, infatti, riuscirebbe a imitare un nutriente fondamentale per la crescita e la sopravvivenza delle cellule tumorali, privandole quindi dell’energia di cui hanno bisogno. A sostenerlo è un nuovo studio del Sanford Burnham Prebys che, sulle pagine di Nature Cancer, suggerisce un approccio completamente nuovo per il trattamento di questo tipo di neoplasia, che sebbene rappresenti solo il 3% di tutti i tumori ha uno dei tassi di sopravvivenza più bassi. “Nel corso dell’ultimo decennio, c’è stato un notevole miglioramento dei tassi di sopravvivenza per il tumore al pancreas, ma si aggirano ancora intorno al 10%”, spiega Cosimo Commisso, tra gli autori della ricerca. “C’è un disperato bisogno di nuovi trattamenti per questi tumori”.
Le peculiarità del tumore al pancreas
Sebbene sia stato testato nei primi studi clinici per il tumore al polmone, secondo i ricercatori, le proprietà uniche del tumore al pancreas (l’adenocarcinoma duttale del pancreas, la forma più diffusa del carcinoma pancreatico) potrebbero rendere il nuovo metodo ancora più promettente. “Il tumore al pancreas fa affidamento sul nutriente glutammina molto più di altri tumori, quindi le terapie che possono interferire con la loro capacità di accedere a questa sostanza potrebbero essere estremamente efficaci”, afferma l’autore Cosimo Commisso. Una delle sfide nel trattamento di questo tumore, infatti, ha a che fare con le sue proprietà: tende a essere racchiuso in un denso tessuto connettivo che lo mantiene incapsulato dal resto del corpo. Di conseguenza, sviluppa proprietà metaboliche uniche rispetto ad altri tumori. Tra queste, appunto, l’importanza della glutammina nel guidare un’ampia gamma di processi metabolici e biosintetici che supportano la sua crescita e sopravvivenza.
L’inganno di Don
Il metodo appena proposto, invece, si basa sull’utilizzo di una molecola chiamata 6-diazo-5-oxo-L-norleucina (Don) che assomiglia strutturalmente alla glutammina, ma che non può essere utilizzata come fonte di nutrienti. Svolgendo alcuni esperimenti su modelli animali, i ricercatori hanno potuto dimostrare che Don rallenta significativamente la crescita del tumore al pancreas. Non solo: la combinazione di Don con un trattamento antitumorale che blocca il metabolismo dell’asparagina, un altro importante nutriente, ha aiutato a prevenire la diffusione delle cellule tumorali (metastasi) ad altri organi, come fegato e polmoni. “Con Don, le cellule tumorali non possono utilizzare la glutammina, ma possono iniziare a dipendere da altri nutrienti, inclusa l’asparagina”, spiega Commisso. “Abbiamo pensato che se fossimo riusciti a impedire loro di usare glutammina e asparagina, i tumori avrebbero esaurito le possibilità”.
Una combinazione promettente
Sebbene sia la prima volta che questa combinazione di trattamenti venga proposta per un cancro, l’approccio basato sull’utilizzo della sola Don è già avanzato ai primi studi clinici sul cancro del polmone. “Ciò è particolarmente entusiasmante, perché esplorarlo ulteriormente per i pazienti affetti da cancro al pancreas potrebbe essere relativamente semplice, dal momento che esistono progetti di studio per altri tumori solidi”, conclude Commisso. “Questo potrebbe rappresentare un punto di svolta per il tumore al pancreas e gran parte del lavoro pre-clinico è già in corso”.
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