Dopo il terremoto del 27 settembre, il più forte in 40 anni, di magnitudo 4.2,una nuova scossa ha interessato i Campi Flegrei, zona vulcanica nel Napoletano. Questa volta, alle 22.08 del 2 ottobre, il magnitudo è stato 4, a una profondità di 3 chilometri. Da anni il terreno di quest’area ha iniziato un processo di innalzamento, dovuto all’attività gassosa effusiva o idrotermale degli edifici vulcanici.
I CAMPI FLEGREI, L’ATTIVITÀ VULCANICA E IL BRADISISMO
L’area flegrea e l’abitato di Pozzuoli, a Ovest di Napoli, da un punto di vista geologico è una grande caldera vulcanica, dove si trovano diversi edifici vulcanici (e non invece un classico vulcano dalla forma di cono troncato). Alcuni di questi continuano a manifestare attività gassosa effusiva o idrotermale. Questa è la causa bradisismo
IL BRADISISMO
Il sisma “si inquadra nella dinamica” del bradisismo, aveva detto il 27 settembre Di Vito. Si tratta di un fenomeno legato al vulcanismo: abbassa o innalza il livello del suolo, con conseguenti terremoti. In questo caso lo sta innalzando. Anche la nuova scossa del 2 ottobre s’inserisce in questo contesto.
L’INNALZAMENTO DEL SUOLO
Da mesi la terra dei Campi Flegrei sta tremando. Lo scorso 7 settembre si era registrato un altro terremoto di magnitudo superiore a 3. Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv ha messo in luce come il processo di innalzamento del suolo “ha subito una lieve accelerazione” e si sta “leggermente intensificando”.